Le Cicatrici

Cicatrice da intervento Otoplastica

Autore: dott.ssa Tania Basile  04/09/2020


L’otoplastica rappresenta l’insieme degli interventi, chirurgici e non, di medicina estetica chiamati a modificare la forma, la posizione o la dimensione delle orecchie. Negli ultimi decenni questo tipo di soluzione ha avuto una notevole diffusione che ha seguito il miglioramento della tecnica nella medicina estetica ed una sempre più crescente cura per il proprio corpo. L’otoplastica, oltre a correggere difetti estetici delle orecchie, è chiamata spesso a intervenire su difetti congeniti o traumi che hanno compromesso l’estetica e la funzionalità dell’orecchio esterno. Ad oggi, questo tipo di intervento non comporta particolari rischi e complicazioni ed è considerato, ormai, come un intervento di routine.

Questo tipo di intervento è generalmente richiesto per risolvere problemi come le comuni orecchie a sventola ovvero quella condizione in cui l’angolo tra il padiglione auricolare e la zona del processo mastoideo supera i 30/35 gradi. Questo tipo di problema può coinvolgere sia entrambe le orecchie sia una sola delle due e quest’ultimo caso determina anche una asimmetria tra le due orecchie tale da aggravare l’armonia estetica del capo. L’otoplastica, però, è richiesta anche per correggere problemi di forma e cioè intervenire sulla forma di orecchie sproporzionate rispetto alla testa o semplicemente per intervenire su un precedente intervento di otoplastica il cui esito si è presentato insoddisfacente o disallineato rispetto a quanto stabilito dal chirurgo in partenza. È chiaro che l’otoplastica ha un ruolo determinate anche nella ricostruzione, parziale o integrale, del padiglione auricolare nei soggetti che per ragioni congenite o in seguito a trauma manifestano gravi deformità o condizioni mediche che richiedono questo tipo di intervento.

Per poter effettuare un intervento di otoplastica, oltre al parere di medici specializzati, è necessario attendere il pieno sviluppo delle orecchie che di norma avviene intorno ai 5 anni di età. Questo non esclude che interventi di otoplastica vengano effettuati su bambini di 2 o 3 anni nei casi in cui lo stesso si ritenga necessario ed indispensabile per la salute fisica e psichica del bambino che inizia proprio a 3 anni il suo percorso di inserimento sociale attraverso l’accesso alle scuole dell’infanzia. Nei bambini, inoltre, l’intervento è accompagnato da anestesia generale e ricovero precauzionale di una notte, mentre per gli adulti l’operazione segue un iter ambulatoriale e con anestesia locale e senza particolari complicazioni. L’intervento può durare dalle 2 alle 5 ore nel caso si effettui incisione e rimodellamento del tessuto cartilagineo mentre per gli interventi senza incisione, incisionless, le tempistiche sono sensibilmente ridotte cosi come i tempi di recupero che non prevedono più di 48 ore di assoluto riposo e l’ausilio di una fascia protettiva, soprattutto di notte, per le successive 3/6 settimane.

Sebbene l’intervento non comporti pericoli o rischi è doveroso sottolineare come le due principali tecniche di intervento, ovvero la tecnica con incisione e la incisionless, abbiano vantaggi e svantaggi che è bene tenere in considerazione prima di richiedere un intervento. La procedura senza incisione è decisamente meno invasiva, non comporta ferite di alcun genere e può essere effettuata in un arco temporale molto ridotto. Di contro questa tecnica non consente correzioni decisive della forma, della dimensione e della posizione delle orecchie poiché l’intervento si limita a piccole correzioni medianti punti di sutura interni chiamati a modificare la disposizione dei tessuti al fine di provocare l’effetto estetico desiderato. È evidente, dunque, che questa tecnica, non implicando la rimozione di tessuto cartilagineo, non consente di intervenire su problemi di grave entità dove invece l’incisione e la rimozione di tessuto diventano necessari. La tecnica con incisione, quindi, è un metodo che garantisce una risoluzione definitiva del problema eliminando le porzioni di tessuto in eccesso o che impediscono il corretto posizionamento del padiglione. L’otoplastica con incisione, essendo maggiormente invasiva, lascia cicatrici evidenti sulla pelle con il conseguente effetto antiestetico ed il rischio dell’insorgenza di cheloidi.

Nonostante negli ultimi anni si sia diffusa l’incisione mediante laser che lascia margini netti alla ferita e permette una migliore guarigione, è importante seguire i consigli dei medici su come curare le cicatrici per affrontare una guarigione nel migliore modo possibile. Da evitare fino alla completa guarigione è l’esposizione al sole che, come noto, espone i tessuti a problemi di guarigione della cicatrice nonché processi di pigmentazione anomala del nuovo tessuto cicatriziale. Oltre al sole è da evitare l’esposizione delle orecchie a traumi di qualsiasi natura e mantenere un bendaggio adeguato per almeno due mesi dopo l’intervento. Questi accorgimenti riducono l’incidenza di complicanze post chirurgiche in modo sostanziale mentre i farmaci prescritti per affrontare le prime settimane sono fondamentali per evitare infezioni e ridurre al minimo ogni tipo di rischio. Nonostante ciò è possibile che il tessuto cicatriziale, a causa di svariati fattori, possa generare una cicatrice ipertrofica o un cheloide. Quest’ultimo, proprio a causa della natura dei tessuti nella zona dell’orecchio, si manifesta usualmente come cheloide peduncolato ovvero come una formazione di tessuto eccessivo che da origine ad un peduncolo fortemente antiestetico. Gel e cerotti al silicone possono aiutare a contenere e rimodellare cicatrici con una presenza contenuta di tessuto in eccesso mentre nei casi più gravi è necessario intervenire chirurgicamente per la rimozione del cheloide. L’osservazione rappresenta il principale deterrente al fine di evitare che una guarigione anomala possa trasformarsi in problemi fortemente antiestetici.

Fonti:

 

-          William W. Huang, Christine S. Ahn, Clinical Manual of Dermatology, Springer2020.

-          Tullio Cainelli, Alberto Giannetti, Alfredo Rebora, Manuale di dermatologia medica e chirurgica, McGraw Hill 2017.

-          Davide D’amico, Manuale di Chirurgia Generale. Piccin 2018.

-          Rei Ogawa, Total scar managment, Springer, 2020.