Asportazione cicatrice
Autore: Pasquale Ambrosio 11/01/21
Le cicatrici non sono condizioni patologiche rilevanti tuttavia possono rappresentare un concreto problema sia per quanto riguarda gli inestetismi sia dal punto di vista funzionale. Difatti se gli inestetismi possono portare a condizioni psicologiche importanti la componente funzionale può manifestarsi con problemi di sensibilità cutanea, aderenze sottocutanee nonché perdita di elasticità e/o trazione cutanea nell’area della cicatrice. Basti pensare alle cicatrici permanenti dell’acne del viso oppure ai cheloidi che si sviluppano in modo incontrollato.
Prendersi cura delle proprie cicatrici è un primo e importante passo, curarle per contenere inestetismi e cicatrici ipertrofiche e cheloidi altrettanto importante. In molti casi, però, queste condizioni non lasciano spazio che alla rimozione delle cicatrici mediante trattamenti chirurgici e non, al fine di eliminare definitivamente il problema. La soluzione chirurgica permette di rimodulare i margini della cicatrice, rimuovere il tessuto in eccesso e produrre una nuova cicatrice più lineare. I trattamenti non chirurgici, invece, tendono ad eliminare il problema stimolando la cute a sintetizzare nuova elastina e collagene, cercando di riportare la pelle ad una condizione naturale.
Perché rimuovere una cicatrice?
La rimozione di una cicatrice può essere legata a diversi fattori. Un primo importante aspetto è quello estetico, soprattutto in presenza di cicatrici da acne diffusa, cicatrici voluminose in zone del corpo a vista e cicatrici ipertrofiche e cheloidee. Le conseguenze in questi casi si manifestano prima di tutto con l’insorgenza di condizioni psicologiche di disagio e non accettazione. È altrettanto importante l’aspetto funzionale poiché queste condizioni conducono spesso a problemi di trazione della pelle, disfunzioni nella sensibilità e altri problemi limitanti di tipo meccanico.
Il problema meccanico passa spesso in secondo piano ma può comportare anche gravi conseguenze per la salute, come nel caso dello svilupparsi di aderenze in grado di ostacolare il corretto funzionamento di organi e tessuti in profondità. Le aderenze, nella maggior parte dei casi richiedono un intervento chirurgico per rimuoverle e promuovere condizioni che non permettano la recidiva.
Come rimuovere le cicatrici?
La rimozione di una cicatrice può essere effettuata in diversi modi a seconda del singolo caso e della condizione generale del paziente. Di norma, prima di affrontare interventi chirurgici e altri trattamenti, il medico suggerisce terapie contenitive con massaggi e applicazioni di farmaci o sostanze sottoforma di creme o con cerotti al silicone in grado di aiutare il ciclo vitale della cicatrice.
I principali metodi per rimuovere le cicatrici sono:
- Intervento chirurgico
Il principio di base dell’intervento chirurgico è quello di rimuovere la cicatrice producendone una nuova regolare e lineare. L’intervento chirurgico è altresì importante per la rimozione delle aderenze sottocutanee. La durata dell’intervento varia a seconda della sede della cicatrice e dalla sua estensione.
I trattamenti laser per l’eliminazione delle cicatrici possono essere di diversa natura. In genere, si utilizzano laser in grado di appiattire la cicatrice e stimolare la produzione di collagene ed elastina. Il risultato estetico è decisamente positivo anche nei casi di cicatrici eritematose ed estese. Una seduta di trattamento laser ha una durata variabile dai 30 ai 60 minuti ma necessitano dalle 5 alle 10 sedute per ottenere un risultato definitivo.
La crioterapia si basa sul congelamento della cicatrice mediante azoto liquido e la conseguente necrosi dei tessuti che richiama la produzione di nuova cute. Non è una tecnica invasiva né dolorosa sebbene non esente dal provocare possibili complicanze. È particolarmente indicata nel trattamento di verruche e per le conseguenze cutanee di alcune patologie dermatologiche.
- Dermoabrasione
La tecnica della dermoabrasione è molto diffusa e garantisce risultati soddisfacenti. Come suggerisce il nome, la tecnica prevede la rimozione meccanica o chimica degli strati superficiali di pelle per stimolare la produzione di nuovi tessuti eliminando la cicatrice antiestetica.
- Filler e lipofiller
I filler, così come i lipofiller, possono essere impiegati per la cura di cicatrici atrofiche e soprattutto per il trattamento delle cicatrici da acne. La tecnica prevede l’iniezione di sostanze “riempitive” (grasso autologo nel caso del lipofiller) nello strato sottocutaneo per sopperire alla mancanza di tessuto nella cicatrice. Alcuni filler hanno anche il compito di stimolare la produzione di collagene ed elastina aiutando i tessuti a rigenerarsi.
- Needling e microneedling
Needling e microneedling sono due tecniche affini e largamente utilizzate per il ringiovanimento cutaneo. Il principio d’azione si basa sulla produzione di microlesioni cutanee con piccoli aghi al fine di stimolare la produzione di nuovo collagene ed elastina e dunque tessuti più giovani e tonici. Particolarmente efficace nel trattamento delle cicatrici da acne è altresì funzionale al trattamento di cicatrici atrofiche.
Rischi della rimozione delle cicatrici
La rimozione delle cicatrici non comporta importanti rischi per la salute ne le varie tecniche esistenti portano in eredità complicanze rilevanti. Ciononostante è importante effettuare questo tipo di trattamenti in centri specializzati e dopo aver consultato il proprio medico o uno specialista in dermatologia in grado di determinare il trattamento migliore per il tipo di cicatrice e valutando le condizioni generali del paziente.
Fonti:
- William W. Huang, Christine S. Ahn, Clinical Manual of Dermatology, Springer2020.
- Tullio Cainelli, Alberto Giannetti, Alfredo Rebora, Manuale di dermatologia medica e chirurgica, McGraw Hill 2017.
- Rei Ogawa, Total Scar Managment, Springer, 2020.