Le Cicatrici

Intervento ernia ombelicale cicatrice

Autore: dott.ssa Tania Basile  21/09/2020


L’ ernia ombelicale in età pediatrica

L’ernia ombelicale è un disturbo abbastanza comune che può presentarsi sia in età pediatrica che negli individui adulti. Può manifestarsi in modo del tutto asintomatico e senza alcuna evidenza sulla parete addominale oppure configurarsi come dolorosa e con un evidente gonfiore in sede ombelicale. Se nel feto il problema è ascrivibile ad un difetto fisiologico legato alla mancata chiusura della parete addominale nel bambino esso è dovuto principalmente a problemi di malnutrizione della gestante oppure ad una cattiva cicatrizzazione del cordone ombelicale.

 

L’ ernia ombelicale nell’ adulto

Nell’adulto l’ernia compare in seguito ad uno sforzo eccessivo e a fattori che vanno a gravare sulla tonicità muscolare della parete addominale. Per questo motivo l’obesità si configura come uno dei maggiori fattori di rischio per l’insorgenza di ernia ombelicale ma il disturbo può presentarsi anche come conseguenza di gravidanze ripetute o patologie a carico dell’apparato gastro-intestinale.

 

L’ ernia ombelicale i rischi

L’ernia ombelicale può comportare seri rischi per la salute, soprattutto in età pediatrica, per il pericolo di strozzature di tratti di intestino nella lesione della parete addominale. Negli adulti, generalmente, nella lesione si concentra grasso pre-peritoneale sebbene rimangano alti i rischi di un coinvolgimento, con conseguente strozzatura e ostruzione, di segmenti di intestino.

 

L’ ernia ombelicale il disturbo, l’ intervento, le cicatrici.

Il disturbo si presenta in genere, anche in assenza di un riscontro visivo, come doloroso e fastidioso. Se ignorato, il problema può progredire da pochi millimetri fino a lesioni di circa 4 centimetri esponendo l’organismo a rischi concreti. Il consulto medico è fondamentale per individuare possibili lesioni e pianificare un intervento risolutivo. L’ernia ombelicale richiede a questo punto un intervento chirurgico al fine di riportare le viscere nel corretto alveo e ripristinare la funzionalità della parete addominale. La via della chirurgia è l’unica percorribile e spesso indicata nel primo stadio del problema cioè quando la lesione dei tessuti è ancora contenuta al fine di evitare interventi d’urgenza a causa di un interessamento di una maggiore superficie. Fino a pochi anni fa l’intervento consisteva in una incisione tradizionale con conseguente cicatrice visibile nei pressi dell’ombelico. Ad oggi le tecniche laparoscopiche mininvasive permettono un intervento chirurgico senza rischi e soprattutto senza cicatrici evidenti sull’addome. Anche le tempistiche si sono decisamente ridotte permettendo al chirurgo di completare l’intervento in poche decine di minuti ed in anestesia locale.

L’intervento di correzione dell’ernia ombelicale, dunque, può essere sostanzialmente di due tipi. Il primo è rappresentato dall’ incisione tradizionale lungo la lesione con la ricomposizione e sutura dei tessuti lacerati. La cicatrice esterna, che in passato poteva caratterizzarsi per la presenza dei classici punti di sutura evidenti, oggi può essere ridotta visivamente grazie all’ utilizzo di punti di sutura intradermici riassorbibili che permettono un risultato estetico soddisfacente. In alternativa, con la tecnica mininvasiva, il trattamento laparoscopico può ridursi a tre piccole incisioni di pochi millimetri per accedere alla parete addominale. Una protesi inserita nella porta erniaria funge da supporto per la saldatura dei tessuti evitando suture e permettendo un decorso post operatorio veloce e privo di complicanze. Quest’ultimo metodo è importante anche nella prevenzione di laparoceli che hanno un rischio di insorgenza del 10% nei pazienti sottoposti ad interventi chirurgici nella zona addominale. Questo perché le cicatrici della parete addominale sono particolarmente soggette a riaperture o a problemi di cicatrizzazione dovuti all’ eccessiva mobilità dei muscoli e dei tessuti addominali.

 

L’ ernia ombelicale, post operatorio

In entrambi gli interventi il decorso post operatorio consente di ritornare alle attività quotidiane in tempi brevi sebbene sia consigliato per la prima settimana il riposo assoluto al fine di non porre sotto sforzo la ferita. Con l’ausilio di cerotti impermeabili è possibile effettuare la doccia a distanza di 3 giorni dall’intervento mentre la cicatrice deve essere quotidianamente disinfettata e tenuta sotto controllo. Una borsa di ghiaccio è utile nei primi giorni a contenere il gonfiore ed il dolore nella zona ombelicale così come una buona idratazione con acqua e succhi aiutano a favorire normali funzioni intestinali e dunque a prevenire sforzi, potenzialmente dannosi, in fase di evacuazione. Nell’ arco dei primi dieci giorni il gonfiore e gli ematomi tendono a scomparire lasciando il posto ad un generale indurimento della zona operata. Quest’ultimo sintomo è comune nella fase di cicatrizzazione e tende a scomparire nei primi due mesi cioè quando i tessuti riacquistano la normale tonicità. L’uso di una panciera nelle ore diurne evita che la parete addominale sia sottoposta ad eccessivo stress da movimento e rischi inutili per il normale decorso della cicatrice. La convalescenza è in genere di 15/20 giorni.

Le complicanze post operatorie da intervento per ernia ombelicale sono molto basse. Queste comprendono la recidiva, limitata a circa il 2% dei casi, l’infezione della cicatrice, nel 4% dei casi, e un temporaneo indolenzimento della cute nella zona ombelicale, in circa il 7% dei casi totali di intervento. Le protesi rappresentano uno degli strumenti più preziosi della medicina moderna e sono indispensabili per contenere al mino i rischi di recidiva dell’ernia. In presenza di febbre persistente oltre i 39 C°, sanguinamento ingiustificato della ferita e gonfiore abnorme dell’area potrebbe essere necessario un intervento medico tempestivo al fine di scongiurare conseguenze spiacevoli e dannose per l’organismo.

 
Fonti:

-          Davide D’amico, Manuale di Chirurgia Generale. Piccin 2018.

-          Tullio Cainelli, Alberto Giannetti, Alfredo Rebora, Manuale di dermatologia medica e chirurgica, McGraw Hill 2017.

-          Rei Ogawa, Total scar managment, Springer, 2020.



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