Cicatrici da intervento di ginecomastia
Autore: Pasquale Ambrosio 30/11/20
Nonostante sia un argomento poco discusso, la ginecomastia è una condizione molto comune e rappresenta uno dei principali inestetismi per l’uomo. Il disturbo è causa di disagio e può condurre ad un progressivo degrado delle relazioni interpersonali. Per tali ragioni il primo passaggio per combattere il disturbo è abbattere il disagio e l’imbarazzo e rivolgersi ad un medico per ricercare le cause e pianificare interventi risolutivi.
In molti casi la ginecomastia si risolve in modo automatico o mediante cure farmacologiche mirate ad eliminarne le cause. Nei casi più gravi diventa indispensabile un intervento correttivo di tipo chirurgico che risolve definitivamente il problema. A seguito dell’intervento rimangono nella zona pettorale delle cicatrici solitamente poco evidenti. Solo in un numero limitato di casi gli esiti cicatriziali possono portare alla formazione di inestetismi.
Cos’è la ginecomastia
La ginecomastia è una condizione tipica di soggetti di sesso maschile dove si registra uno sviluppo anomalo della mammella, nello specifico dei dotti mammari e dello stroma periduttale. Il problema può presentarsi su entrambe le mammelle o solo su una di esse. In genere, il fenomeno si riferisce ad un aumento di dimensioni della ghiandola mammaria e in misura minore del tessuto adiposo. Quando la condizione è determinata da un aumento considerevole dell’adipe ci si riferisce alla lipomastia o ginecomastia falsa.
Durante la fase puberale l’aumento della ghiandola mammaria è assolutamente normale in entrambi i sessi ma, mentre nella donna continua a svilupparsi, nell’uomo la produzione di ormoni specifici conduce all’atrofizzazione della ghiandola. Se l’equilibrio ormonale viene meno e si registra un aumento degli estrogeni la ghiandola mammaria riprende a crescere. La secrezione di liquidi rimane, comunque, molto rara e tipica solo di alcune specifiche condizioni patologiche.
Quali sono le cause della ginecomastia?
Le cause della ginecomastia possono essere ricondotte fondamentalmente ad uno squilibrio nella quantità di estrogeni presenti nell’organismo. Le cause di questo scompenso possono essere legate a patologie di varia entità, disfunzioni ghiandolari, obesità.
Le principali cause della ginecomastia possono essere ricondotte a:
- Testosterone
La ginecomastia puberale è una tipica condizione legata all’aumento del testosterone che regredisce in modo naturale dopo breve tempo. In età adulta l’aumento di testosterone può essere causato da numerosi fattori come l’assunzione di particolari sostanze o farmaci. La risposta naturale dell’organismo all’eccesso di testosterone è la conversione in estrogeni che influiscono sull’insorgenza della ginecomastia.
- Estrogeni
L’insorgenza della ginecomastia legata all’aumento degli estrogeni può essere una condizione legata a fattori genetici o verificarsi come condizione scaturita dall’assunzione di farmaci o sostanze. È stato rilevato come l’aumento degli estrogeni possa essere causato anche da fattori ambientali o di inquinamento.
Le patologie che possono essere causa scatenante di disfunzioni ormonali alla base della ginecomastia sono:
- Ipotiroidismo
- ipertiroidismo
- Aumento della coversione di androgeni in estrogeni
- Neoplasie surrenaliche
- Riduzione della globulina legante ormoni sessuali (SHBG)
- Neoplasie del testicolo
- Ipogonadismo
- Insufficienza epatica
- Insufficienza renale
- iperpolattinemia
Oltre alle cause endogene possono essere individuate cause legate all’assunzione di farmaci o sostanze come:
- Antiandrogeni
- Estrogeni
- Bloccanti ipotalamici o analoghi dell’ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH)
- Inibitori della 5 alfa reduttasi
- Spironolattone
- Steroidi
- Somatotropina
- Ketoconazolo
Tipologie di ginecomastia
Come analizzato, la ginecomastia può essere determinata da diversi fattori. Le cause sono analizzate nella fase di diagnosi del disturbo che è in grado, anche, di determinare la specifica tipologia di ginecomastia presente. La ginecomastia, difatti, può essere distinta in:
- Ginecomastia neonatale
Causata dagli estrogeni materni
- Ginecomastia puberale
Questa condizione è riferita al naturale aumento della ghiandola mammaria maschile nel periodo puberale.
- Ginecomastia senile
Dovuta ad una diminuzione del testosterone derivato dall’ipogonadismo primitivo che interessa gli anziani.
- Ginecomastia genetica
In questa tipologia, la ginecomastia è determinata dall’ereditarietà ovvero una predisposizione genetica del soggetto.
- Ginecomastia indotta
In questa categoria sono riconducibile le ginecomastie provocate dall’assunzione di sostanze, farmaci o dalla presenza di particolari patologie.
La seconda classificazione è riferibile ai tessuti coinvolti:
- Ginecomastia ghiandolare o vera
La ginecomastia vera è riferita ad un aumento del volume della ghiandola mammaria.
- Ginecomastia grassa o falsa
La ginecomastia falsa è una condizione che mostra un aumento del tessuto adiposo e viene perciò detta lipomastia.
- Ginecomastia mista
In questa particolare tipologia i tessuti coinvolti sono sia la ghiandola mammaria che lo strato adiposo della mammella.
Una ulteriore classificazione si riferisce al grado di gravità del problema:
- Grado 1
Il primo grado descrive ginecomastie di tipo lieve come possono essere quelle di natura puberale o che presentano un eccesso di tessuto localizzato alla zona dell’areola.
- Grado 2
Nel secondo grado il tessuto in eccesso è appena oltre la zona dell’areola. Esteticamente è visibile ma non sopra gli indumenti.
- Grado 3
In questa condizione il seno del paziente è interessato in modo diffuso dall’aumento di volume. La presenza di ginecomastia è evidente anche al di sopra degli indumenti. Si generano i primi disagi psicologici e nelle relazioni sociali.
- Grado 4
Nel quarto grado le dimensioni del seno possono raggiungere quelle del seno femminile. La dimensione diventa importante con una significativa presenza di tessuto in eccesso.
Come eliminare la ginecomastia
Diagnosi
La diagnosi è importante per determinare le cause della ginecomastia e, quindi, avere gli strumenti idonei per combatterla ed eliminarla. Il primo step è rappresentato dal rivolgersi al proprio medico. Questo primo passaggio è importante per determinare la gravità del problema e stabilire se vi è necessità di esami specifici e consulto di uno specialista oppure se il problema può essere ancora gestito con l’assunzione di specifici farmaci.
Lo specialista, valutata la situazione fattuale, può orientarsi verso la prescrizione di esami specifici per determinare la natura del problema e scongiurare la presenza di altre patologie, anche gravi.
Gli esami comunemente necessari sono:
- Dosaggio del testosterone totale
- Gonadotropine
- SHBG
- Estradiolo
- Beta HCG
- Prolattina
- TSH
Oltre ai test biochimici rilevante è il ruolo dell’ecografia mammaria bilaterale necessaria per determinare la presenza di alterazioni della cute, linfoadenopatie o presenza di secrezioni ematiche. La mammografia e la risonanza magnetica possono essere anch’essi importanti per meglio inquadrare il problema.
I trattamenti non invasivi
I trattamenti per la cura della ginecomastia possono essere di diverso tipo e strettamente legati alla diagnosi effettuata dal medico. Se il problema è causato dall’assunzione di farmaci o sostanze particolari è necessario interrompere immediatamente i trattamenti. Se la ginecomastia è legata a altre patologie diventa indispensabile eliminare tali cause che non escludono altri interventi chirurgici. Solo dopo aver rimosso le cause del problema è possibile valutare se la ginecomastia è in grado di regredire spontaneamente o se necessita trattamento specifico.
Il trattamento chirurgico
Nei casi in cui la ginecomastia non può essere curata diversamente si procede alla valutazione dell’intervento chirurgico. La chirurgia è importante per riportare il seno ad una condizione naturale ed eliminare le condizioni di problemi psicologici e relazionali. L’intervento è sicuro e privo di importanti effetti collaterali. Il chirurgo rimuove il tessuto in eccesso praticando un’incisione solo in corrispondenza della rima areolare. Dopo l’escissione della ghiandola mammaria, ed eventualmente di tessuto adiposo, viene rimosso il tessuto cutaneo in eccesso e suturata l’incisione sempre lungo il limite areolare.
L’intervento si effettua in day-hospital e dura circa 60 minuti. Il paziente, in genere, riprende le normali attività dopo pochi giorni dall’intervento. I rischi maggiori legati all’intervento possono essere rappresentati dalla compromissione del capezzolo con ipoestesia o necrosi, ma solo in rari casi.
Cicatrice ginecomastia
Essendo l’intervento chirurgico effettuato lungo la rima areolare la cicatrice rimane celata nell’opposizione cromatica dei tessuti. In rari casi questo tipo di cicatrici possono generare cicatrici ipertrofiche e cheloidi soprattutto nei casi in cui è necessario incidere l’intero perimetro dell’areola. È importante durante la fase cicatriziale prendersi cura della cicatrice disinfettandola e sostituendo giornalmente i bendaggi. Nel caso sia necessario, il medico può prescrivere l’applicazione di gel o creme che svolgano sia una funzione antibatterica che cicatrizzante. Dopo circa 3 settimane dall’intervento gli esiti della cicatrizzazione sono stabili ed è possibile verificare che il tessuto fibroso si sia formato correttamente.
Nei casi in cui l’intervento abbia riguardato solo la parte inferiore dell’areola è possibile la formazione di cicatrici atrofiche dovute all’eccessiva trazione dei tessuti per gravità. In questi casi è importante preservare la propria cicatrice nei primi giorni e utilizzare un bendaggio adeguato che permetta ai tessuti di rigenerarsi senza trazione. Come per tutte le cicatrici è consigliato di non esporre l’area dell’intervento al sole.
Fonti:
- Davide D’amico, Manuale di Chirurgia Generale. Piccin 2018.
- Alfredo Pontecorvi, Pietro Locantore, Ginecomastia, non solo un problema di estetica, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.
- Tullio Cainelli, Alberto Giannetti, Alfredo Rebora, Manuale di dermatologia medica e chirurgica, McGraw Hill 2017.
- Rei Ogawa, Total Scar Managment, Springer, 2020.