Le Cicatrici

Come curare una bruciatura infetta

Autore: dott.ssa Tania Basile  04/09/2020

Se si prendono in considerazione tutti i tipi di bruciature ed ustioni, è difficile che almeno una volta nella vita non ci si sia imbattuti in questo tipo di problema. Le ustioni possono essere provocate da un’ampia gamma di fattori che possono includere esposizione solare, fuoco, prodotti chimici, fonti di elettricità o, più comunemente oggetti o sostanze calde. La propria casa rimane, paradossalmente, il luogo più pericoloso dove procurarsi una bruciatura sebbene gli incidenti domestici si risolvano, nella maggior parte dei casi, con semplici scottature o ustioni di primo o secondo grado.

Le bruciature, oltre ad essere fastidiose e dolorose, possono comportare anche seri rischi per la salute nel caso si infettino durante il processo di guarigione compromettendo il quadro generale del paziente. Le infezioni, di norma, riguardano solo le ustioni di grave entità dove le lesioni, maggiori responsabili delle infezioni, interessano gli strati più profondi della pelle. In alcuni casi, però, anche le ustioni di modesta entità possono implicare uno scorretto funzionamento dei meccanismi fisiologici di riparazione dei tessuti infettandosi. In questi casi l’infezione può innescare una serie di conseguenze poco piacevoli e che complicano il recupero dalla bruciatura.

Capire tempestivamente se una bruciatura è infetta rappresenta un passaggio cruciale per la risoluzione guarigione del problema. Se a causa di una bruciatura si manifestano febbre persistente, dolore intenso, rossore e gonfiore diffuso, fuoriuscita di essudato e alterazione del colore della pelle nell’area ustionata è opportuno rivolgersi velocemente agli operatori sanitari della propria zona. Tale misura è necessaria per stabilire, in breve tempo, il percorso di intervento più appropriato al fine di scongiurare l’insorgenza di disturbi secondari e potenzialmente pericolosi o, in alcuni casi, letali per l’organismo. In presenza di sintomi più marcati come vomito, stati febbrili inusuali e vertigini potrebbe essere in corso sepsi o shock tossico e diventa rilevante il ruolo degli operatori sanitari al fine di scongiurare le conseguenze letali legate a tali condizioni.

L’ausilio del personale medico è indispensabile per contrastare l’avanzamento dell’infezione attraverso l’utilizzo di farmaci, pomate e medicazione atte a contenere ed eliminare gradualmente il problema. Nei casi che necessitano particolare attenzione il medico può predisporre, direttamente o attraverso centri deputati, l’esecuzione di un tampone colturale capace di individuare il tipo di virus, batteri o funghi responsabili dell’infezione. L’individuazione dell’agente che alimenta l’infezione è indispensabile per stabile l’utilizzo di farmaci specifici chiamati a combattere in modo più efficace il particolare patogeno. Nella maggior parte dei casi sono utilizzati sulfamidici sottoforma di creme o gel da applicare direttamente sulla bruciatura infetta. Molto diffuso è anche l’utilizzo di pomate a base di sale di zinco di bacitracina specifico per le infezioni di pelle e occhi e alternativa valida nel caso di allergia ai sulfamidici. Molti dei prodotti utilizzati per accelerare il processo di cicatrizzazione contengono già al loro interno questo tipo di antibiotici per eliminare alla radice la possibilità di infezioni.

L’infezione della nostra ferita, oltre ai farmaci, necessita di essere disinfettata costantemente e coperta con garza, panno o altro tessuto idoneo sebbene sia maggiormente indicato avvalersi dell’ausilio di bendaggi con argento micronizzato, un elemento che protegge la ferita attraverso la formazione di una barriera protettiva di nanocristalli di argento. L’applicazione di questo tipo di bende è formalmente diversa dai normali bendaggi che necessitano un intervento ripetuto durante il giorno per pulire e disinfettare la cute e limitare la proliferazione dei patogeni.

La migliore cura per le infezioni, però, rimane come sempre la prevenzione. Prendersi cura della propria bruciatura significa anche ridurre al minimo i rischi di infezione che possono annidarsi nelle più comuni pratiche giornaliere. Il lavaggio della zona ustionata con acqua, ad esempio, potrebbe essere fortemente sconsigliato dal medico poiché nell’acqua proliferano molti batteri che potrebbero contribuire all’insorgenza dell’infezione. La disinfezione della ferita deve essere espletata mediante l’utilizzo di prodotti specifici e, possibilmente, indicati dal proprio medico nonché affidandosi a garze, o altro medicamento, sterilizzate.

Le infezioni conseguenti ad ustioni e bruciature sono da considerare, sempre, con estrema attenzione e limitare gli interventi domestici e di automedicamento se non espressamente indicati dal proprio medico. Anche l’utilizzo pomate o gel, in regime di rimedio casalingo, devono essere ponderate con accuratezza poiché i principi attivi contenuti in alcuni prodotti lenitivi potrebbero provocare lesioni o riattivare il processo di ustione dei tessuti. Unitamente, anche le attività fisiche sono sconsigliate almeno in relazione alla motilità della zona interessata per evitare dolore, pressione sui tessuti e lesioni potenzialmente esposte a facili infezioni. In presenza di forte dolore è consigliabile assumere analgesici da banco piuttosto che affidarsi a farmaci antiinfiammatori, FANS, che tendono a rallentare il processo di guarigione delle ferite.

 Fonti:

-          William W. Huang, Christine S. Ahn, Clinical Manual of Dermatology, Springer2020.

-          Tullio Cainelli, Alberto Giannetti, Alfredo Rebora, Manuale di dermatologia medica e chirurgica, McGraw Hill 2017.



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