Le Cicatrici

Guarigione ferite

Autore: dott.ssa Tania Basile  21/04/2020

La guarigione delle ferite è un complesso processo biologico che interviene nella ricostruzione dei tessuti in seguito ad una lesione traumatica. Tale lesione, la ferita, è interessata da un processo di eventi orientati alla formazione di tessuto connettivale, fibrosi, o ricostruzione di cellule dello stesso tipo; il risultato di tale processo è la cicatrice. Nelle lesioni in cui interviene la rigenerazione delle cellule la guarigione non provoca risultati cicatriziali importanti mentre la formazione di tessuto connettivale si concretizza nella cicatrice alla quale, in alcuni casi, può seguire un cheloide.

Ogni ferita segue un iter di guarigione specifico sebbene le fasi iniziali siano identiche e standardizzate. Il primo passaggio è costituito dal blocco della fuoriuscita di materiale ematico e la conseguente pulizia e disinfezione della ferita. La seconda fase è rappresentata dal riaccostamento dei margini della lesione che possono avvenire sia mediante sutura, con apposito filo o con punti metallici, o naturalmente, cioè senza alcun ausilio artificiale. Come processo naturale di difesa l’organismo produce nella zona interessata una infiammazione dove i neutrofili sono chiamati a sintetizzare sostanze capaci di neutralizzare batteri ed altri agenti esterni. La fase di pulizia del materiale di “scarto” è affidata ai macrofagi che sgombrano la ferita da ogni possibile corpo estraneo. La fase infiammatoria si protrae, in genere, per alcuni giorni. Nella fase successiva inizia il vero e proprio processo di guarigione, cioè la fase proliferativa, che può durare da 1 a 3 settimane.

La fase di proliferazione è caratterizzata dalla produzione di nuove cellule che dall’endotelio procedono in direzione del margine opposto fino a ricomporsi. Questo primo passaggio, che avviene nelle prime ore, include anche la formazione di una nuova rete vascolare che sarà fondamentale nella proliferazione dei fibroblasti. Quest’ultimi, secernendo acido ialuronico, sono determinanti nella formazione del collagene chiamato a sostituire la fibrina e procedere ad una progressiva ricostruzione dei tessuti. I fibroblasti figurano come il perno del processo di proliferazione e nelle prime settimane di guarigione rappresentano la maggioranza delle cellule presenti nella ferita. Nelle ultime fasi i fibroblasti cedono il posto alle cellule dello strato basale dell’epitelio che sarà interessato nella “copertura” della ferità. La fase della maturazione, dunque, chiude il processo di guarigione dove la ferita, ormai guarita, diventa tessuto perfettamente ricostruito oppure una cicatrice che può dare vita anche a seri inestetismi.

Le modalità di guarigione delle ferite possono identificarsi in tre possibili casi definiti per prima, seconda o terza intenzione. La guarigione per prima intenzione riguarda, ad esempio, le ferite da taglio, sia accidentali che chirurgiche, dove i margini della ferita si presentano netti e definiti. La sutura, in questo caso, segue un iter definito e semplice dove non c’è perdita di tessuto nell’accostamento dei lembi e non c’è necessità di eccessivo riempimento da parte del tessuto di granulazione. La guarigione per prima intenzione procede, nella maggior parte dei casi, con tempi relativamente contenuti e senza eventuali complicanze.

La seconda modalità di guarigione, definita per seconda intenzione, riguarda le ferite lacero-contuse, inquinate, infette o con perdita di sostanze, come nel caso delle ustioni. Questi tipo di ferite si caratterizzano per i margini spesso irregolari e frastagliati della ferita oltre alla necessità di un maggiore riempimento da parte del tessuto di granulazione che è chiamato a riempire la ferita dal basso verso l’alto. La guarigione per seconda intenzione richiede tempi maggiori correlati alla quantità di tessuto da ricostruire tra i margini della ferita. La conseguenza naturale di questo secondo processo, è la formazione di tessuto cicatriziale spesso irregolare e antiestetico e tempi di recupero che possono sensibilmente prolungarsi rispetto alle poche settimane necessarie per le guarigioni di prima intenzione. Nelle guarigioni per seconda intenzione non è inusuale l’utilizzo di farmaci o pomate deputate ad accelerare i tempi e le modalità di guarigione naturale.

Esiste un’ulteriore modalità di guarigione definita per terza intenzione che riguarda specificamente le ferite chirurgiche che hanno avuto complicazioni nel decorso post operatorio e per tale motivo necessitano di essere trattate nuovamente chirurgicamente. In questo caso è necessario riaprire la ferita e rimuovere il tessuto necrotico e drenare eventuali sostanze presenti nei tessuti circostanti ai due margini della ferita. Dopo una profonda detersione ed eliminata ogni possibilità di presenza di infiammazioni si procede ad una nuova sutura. Nei processi di guarigione per terza intenzione i tempi di guarigione sono estremamente lunghi e implicano un costante monitoraggio della ferita e di eventuali nuovi focolai di infiammazione.

Sebbene in linea di massima i tre processi di guarigione implichino un tempo progressivamente maggiore di decorso è importante considerare altri fattori che possono incidere sui tempi e le modalità di recupero. L’età è il primo fattore ad intervenire nel recupero tanto da rendere difficoltosa la guarigione nei soggetti anziani e meno nei giovani. La presenza di patologie importanti può altresì alterare il processo di guarigione come nel caso del diabete dove il recupero da traumi e ferite diventa particolarmente complesso ed articolato. Stessa importanza è da ricercarsi in situazioni particolari come la presenza di alterazione dell’irrorazione sanguigna o malattie della pelle che impediscono alle fasi della guarigione di procedere in modo lineare e definito.

 
Fonti:

-          Tullio Cainelli, Alberto Giannetti, Alfredo Rebora, Manuale di dermatologia medica e chirurgica, McGraw Hill 2017.

-          Federico A. Grassi, Ugo E. Pazzaglia, Giorgio Pilato, Manuale di ortopedia e traumatologia, Elsevier 2012.



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